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domenica 3 novembre 2013

Tristezza senza fine

Fin da ragazzo, contrariamente alla maggior parte delle persone, ho sempre avuto piacere di alzarmi la mattina senza lamentare problemi. Era bello svegliarsi in un nuovo giorno, riposato, pronto per le nuove immancabili ed imprevedibili sfide della vita.

Abito (purtroppo per me) a Genova, una città da cui ho cercato di fuggire da sempre, profondamente ed irrimediabilmente cupa, pessimista, retrograda ed involuta, decisamente inadeguata al sottoscritto. Trovavo quindi molto singolare (talvolta anche frustrante) muovermi in mezzo a tanta gente musona almeno fino alle 10 di mattina... Dispensare battute e sorrisi era abitudine usuale, proteso come ero all'aspetto positivo delle cose... Il famoso mugugno ligure, in tandem con la cadenza vocale, è soffocante, per esser giudicato ridicolo va assunto a piccole dosi.

Da circa 2 anni ho subito un'inversione di tendenza... Ultimamente le cose si sono complicate ancor di più... Riposare è divenuto quasi impossibile, i dolori posturali sono così forti da impedire un sonno adeguato... Risvegliarsi è quasi un incubo, tornare in una realtà in cui ormai posso utilizzare ben poco di quello che era un corpo ben organizzato e modellato... è straziante...

Antidolorifici? Inutili nel mio caso... A peggiorare la situazione è anche la mia refrattarietà agli anestetici in generale... Anche con gli oppiacei e derivati ho avuto poca fortuna... Insomma, non solo devo morire sgretolandomi lentamente, tutto ciò deve avvenire nel dolore a piena percezione. L'aspetto interessante ancora una volta è l'incredibile ignoranza ed altezzosità comportamentale da parte del mondo medico neurologico nei confronti di tale caratteristica: ebbene si, in 3 anni nessuno è stato in grado di fornire una valida soluzione farmaceutica per lenire anche temporaneamente il dolore.

Immaginate cosa significhi vivere per 36 mesi con un costante mal di denti, a tratti più intenso. Neurologhi ignoranti,  altezzosi ed incapaci, pronti a riempire le tasche delle case farmaceutiche, senza fornire un valido risultato, se non quello di tormentare mucose e viscere, viste le paurose controindicazioni.

Eppure anche oggi devo alzarmi, l'esistenza chiama, mia figlia non ha responsabilità in tutto questo... Trovo come sempre la forza di sorridere, scherzando con lei mentre si appresta ad aiutarmi col sollevatore. Oggi è domenica, ci siamo concessi qualche minuto di riposo in più: la colazione aspetta di esser preparata.
Viviamo soli, ci arrangiamo come possiamo, il mondo ormai viaggia frenetico ed egoistico ad una velocità a cui un ragazzo di 40 anni malato di SLA con una figlia non può viaggiare.

Until the end

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